Nonostante le ultime vicende di questi mesi, quasi tutti gli Italiani sperano in un risveglio delle coscienze, in un miglioramento della politica e del governo, in un futuro, se non altro, un po’ meno nero e con qualche possibilità di risanamento economico e morale.
Si dice che, toccato il fondo, si può incominciare a risalire…Ma ci sono le premesse per farlo?
L’arrivo precipitoso di un giovane nella complicata e litigiosa politica italiana segna un cambio di orientamento, forse traumatico, ma, se non altro, diverso dal passato anche recente.
Lo spazio dato alle donne, la scelta di ministri giovani può essere un segnale positivo rispetto alle “solite facce” degli anni scorsi, un cambiamento anche nel modo di esprimersi, di dialogare e perché no, anche di vestirsi, piuttosto informale e casual che ha stupito gli italiani più tradizionalisti.
Me non è questo il problema: un popolo stanco, deluso e che non crede più nelle chiacchiere dei governanti, si aspetta ben altro.
Renzi ha promesso cose straordinarie da realizzare in poco tempo, quasi un miracolo impossibile per una condizione generale di vita davvero drammatica.
Anche gli oppositori, tutto sommato, ci sperano e stanno a guardare tra l’incredulo e il divertito.
E così il nuovo premier viene passato al setaccio e criticato in ogni suo discorso o progetto. Viene anche accusato di accordi segreti ed inciuci con Berlusconi, ma, probabilmente, Matteo Renzi cerca di smussare anche gli angoli più insidiosi degli avversari, pur di far passare nel prossimo futuro, leggi e disposizioni che necessitano di urgente attuazione e di un iter rapido, senza che i cosiddetti “nemici” mettano continuamente il bastone tra le ruote ritardando o bocciando ogni sua iniziativa.
Nessuno può prevedere che cosa il nuovo Presidente del Consiglio riuscirà a fare; c’è comunque una frase di lui che merita tutto il nostro consenso, pronunciata nel discorso alle Camere: “Se sbaglierò, sarà soltanto per colpa mia…”, ma se fallisse saremmo tutti noi a cadere nel baratro, come dice Eugenio Scalfari.
Parole emblematiche che nessuno, ripeto, nessuno ha mai pronunciato nel passato e che ci invitano a dargli fiducia.
Forse è l’ultima spiaggia…
Ma quale altra alternativa avrebbe potuto avere l’Italia di oggi?