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Da Europalia ai Presepi della Cattedrale in un dialogo multiculturale

Bruxelles capitale d’Europa e del mondo
venerdì 6 dicembre 2013 di Elvira Brunetti

Argomenti: Mondo
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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E’ incredibile come un piccolo stato possa comunicare con nazioni tanto più grandi e tanto diverse. Eppure il Belgio ogni due anni dà vita ad un festival di arte internazionale che dopo la Cina e il Brasile vede quest’anno per la ventiquattresima rappresentazione affacciarsi al panorama locale il subcontinente indiano.

Europalia India (Fig.1) è una manifestazione che si è svolta durante i tre mesi scorsi e si svolgerà fino alla fine di gennaio 2014 non solo a Bruxelles, dove impegna varie sedi espositive, ma anche altre città in un desiderio quasi spasmodico di diffusione dell’affascinante cultura orientale.

Ad Anversa, oltre al tema delle tre religioni (Induismo, Buddismo e Giainismo) rappresentato nel nuovo museo, il MAS, da reperti espositivi sulla vita e la morte, ci sono tessuti indiani e installazioni video di arte contemporanea.

A Liegi, una mostra sul ruolo essenziale dell’acqua come fattore importante della vita indiana. Si tratta di opere di arte contemporanea.
A Lovanio trionfa lo splendore dell’eredità architettonica indiana.
A Gent, una singolare ed interessante esposizione di Sari indiani.

Inoltre dovunque una serie di conferenze sulla letteratura, spettacoli musicali e teatrali. Performance di Katak e di numerose altre danze. La fotografia e il cinema di Bollywood. Arte e Scienza dall’India presso la Biblioteca delle scienze umane della ULB, l’università di Bruxelles.

A Bruxelles, al museo del Cinquantenario cento miniature dalle forme e dai colori delicati costituiscono una vera attrazione nella mostra “Ramayana” (Fig. 2). Alcune provengono dal museo Guimet di Parigi, altre da quello di Nuova Delhi.

Tuttavia il museo del Bozar detiene lo scettro delle due mostre più importanti. In apertura introduce una magnifica opera in legno e metallo di Anish Kapoor (Fig. 3). La prima delle due si chiama: ’Il corpo dell’India’ nella traduzione francese del titolo, mentre quello inglese, ’Il corpo nell’arte indiana’, offre un’idea più semplice del significato profondo che in quella cultura ha il corpo umano. Il percorso espositivo propone un viaggio indimenticabile attraverso la morte (Stele, statue e oggettistica funeraria), la rinascita (Samsara), in quanto la nostra vita è solo temporanea e l’estasi, il desiderio, la seduzione. Ci sono capolavori dell’arte indiana dalle famose statue (Fig. 4 e 5) dei templi di Kajuraho (XI sec.), vero museo a cielo aperto con bassorilievi illustranti scene del Kamasutra, a qualche opera moderna come il gigantesco uovo metallico realizzato con vettovagliamento domestico (pentole e mestoli da cucina).

L’altra mostra, ’Indomania’, rivela la percezione dell’India attraverso gli occhi di artisti occidentali dall’antichità fino ad oggi. Un esempio è il logo della mostra, in cui un inglese appare come un indiano (Fig. 6). Ci sono opere esposte da Rembrandt a Rauschenberg, da Rodin a Cartier-Bresson fino a Pasolini. Pittori, scultori, fotografi, scrittori, musicisti e cineasti, riuniti tutti a testimoniare la bellezza, la passione o semplicemente la curiosità intellettuale per quella cultura. E’ innegabile e allo stesso tempo impressionante l’influenza di quel modus vivendi e della loro filosofia di vita su molti di noi.

Il ruolo di Bruxelles quindi, nonostante la grande contestazione attuale per essere sede della Comunità Europea, è ancora fortemente aggregante. E’ una città dove esiste il multilinguismo, la tolleranza e il rispetto della diversità. C’è una forma di gentilezza diffusa, che si unisce spesso e volentieri ad un’assenza di stress, così poco occidentale, tanto per restare nel tema dell’Orientalismo.

In occasione del Santo Natale nella Cattedrale di San Michele (Fig.7) è in corso un’esposizione di numerosi presepi simboleggianti l’appartenenza a tutte le nazioni del mondo dalla Slovacchia alla Repubblica di Haiti, dalla Romania alle Filippine e al Brasile, dall’Egitto al Giappone, fino alla Cina e alla Corea del sud (Fig.8-9-10).

E’ semplicemente emozionante sfilare davanti ai preziosi e significativi manufatti che mettono in evidenza la volontà di collaborazione, di dialogo, di conoscenza e di pace al di là di ogni diversità o distanza esistente tra i Paesi del mondo.

 

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