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UN COLPO D’ALA PUÒ CAMBIARE LA POLITICA


mercoledì 1 maggio 2013 di Carlo Vallauri

Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Politica


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Le vicende della politica italiana, restando ferme tra i progetti illusori e una sfiducia largamente diffusa, si presta naturalmente a considerazioni di dubbio gusto se non si è sorretti da convinzioni valide e sincere. E muovendo proprio da tale situazione di fatto il regista Andò (che già in suoi film ha giocato la carta della duplicità nel comportamento dei personaggi) ha scritto il romanzo sottile quanto grottesco. Il trono vuoto (Premio Campiello opera prima 2012), adesso trasportato sullo schermo con tono ironico, non privo di amare verità, nel film Viva la libertà, divertente parodia in un certo senso delle difficoltà per i nostri partiti di scrollarsi da dosso vetuste ed ambigue scelte ma nello stesso tempo con la speranza di una ventata di novità che possa fruttare validi miglioramenti nella vita concreta degli italiani.

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Roberto Ando

Ebbene, proprio all’indomani delle elezioni, la circolazione del film può ingenerare qualche ulteriore sollecitazione per realizzare utili cambiamenti, giacché il soggetto raccontato indica appunto la necessità imperiosa di un colpo d’ala, capace di far cadere vecchi pregiudizi e cattive abitudini per incamminarsi su sentieri più aperti, in grado di suscitare entusiasmo e partecipazione. Questo infatti accade quando il leader politico rappresentato da Andò preferisce allontanarsi dalla routine del piccolo cabotaggio per prendersi qualche settimana di pausa, andando a trovare in silenzio un’antica fiamma, suscitando però lo sgomento dei suoi collaboratori. Ed è così che questi, avendo perso le tracce del loro capo, pensano di sostituirlo con il fratello – identico nel fisico ma molto vivace tanto da essere stato incarcerato in una casa di rieducazione per matti – in maniera da riempire il vuoto di potere creato nel partito. E il sostituto mostra subito una inattesa vitalità al punto che i suoi discorsi e le sue proposte mietono entusiasmo e addirittura un ritorno di quella “passione” purtroppo svanita nell’impegno politico.

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Toni Servillo Onorevole in fuga dalla politica

Come sempre, i racconti centrati sulla “sostituzione” di persona si reggono sulla evidenza dei contrasti, sul divertimento provocato dalla sorpresa dei cambiamenti da parte dei protagonisti. E in questo campo certamente l’interpretazione di un attore fine come Toni Servillo riesce a imprimere all’intera avventura un sapore di “verità umana” che riconduce alla delusioni della lotta politica ma nello stesso tempo ne scopre tutte le ambiguità, i sotterfugi, le opache e nascoste operazioni, le falsità proprie di quel mondo, sicché lo spettatore ha l’impressione di assistere al disvelamento di quelli che sono tutti gli aspetti negativi di una scontata stagione di esasperato politicismo.

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Locandina del film

E quando si assiste ad un improvviso rilancio della fiducia in una più autentica posizione politica, capace di risvegliare le speranze di un migliore avvenire per i cittadini, in sala non può non confrontarsi la finzione filmica con l’attesa di una più convincente realtà, intravista nel disegno visionario tratteggiato nel film. Un’ultima considerazione: vedere il film pochi giorni dopo la bella giornata delle elezioni dei presidenti della Camera e del Senato che ha riaperto la speranza di una più convincente azione politica nel nostro paese può confermare nello spettatore l’idea che anche in Italia occorre appunto un colpo di fantasia per rompere vecchie incertezze e rinnovare la classe politica.