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Copertina

Il carteggio Gino Severini – Jacques Maritain (Leo Olschki editore, Firenze)

LA CORRISPONDENZA TRA SEVERINI E MARITAIN UN ECCEZIONALE INCONTRO CULTURALE RIVISITATO A DISTANZA

Arte e cultura del Novecento
mercoledì 2 gennaio 2013 di Carlo Vallauri

Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Jacques Maritain - Opere


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E’ di particolare valore morale e di alto significato artistico la corrispondenza che Gino Severini e Jacques Maritain si sono scambiati tra il 1923 e il 1966: approcci identitari diversificati ma espressioni autentiche di una cultura fondata su conoscenza, un “fare” continuo, e un comune apprezzamento del bello quali forme d’arte, di poetica, di approfondimento nella soggettività della “verità” s’incontrano in una partecipazione cosciente alla continuità, nell’esperienza concreta dell’esistente. Maritain parte da san Tommaso per individuare la natura del bello, Severini partecipa e condivide le posizioni di Maritain che negli anni ’30 l’allora monsignor Montini contribuì a far conoscere in Italia: da quel rapporto nascerà il fondamento del pensiero cattolico italiano destinato a formare quell’ala della D.C. che guarderà a sinistra, ben oltre gli eventi politici.

Come mai s’incrociò una concezione estetica con l’aspirazione ad una riforma della società? Piero Vidotto nella prefazione e Giulia Radin quale premessa al testo spiegano con chiarezza origini e natura di quel rapporto, ampiamente documentato nel recente studio Il carteggio Gino Severini – Jacques Maritain, a cura di L. Radin (Leo Olschki editore, Firenze). Scorrendo le pagine che riportano le lettere scambiate tra i due geniali pensatori si può meglio valutare il significato di quello scambio epistolare, in grado di spiegare natura e contenuti delle rispettive lettere, dalle quali si trae una impressione di intelletti fuori del comune in un confronto costruttivo di pensieri, opinioni, impressioni.

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Gino Severini Futurista e neoclassic

Il lettore può valutare la portata del “lavoro” che rispettivamente impegnava le due geniali personalità, inserendo così a pieno le loro affermazioni come momenti di eccellenza interpretativa e culturale in quei tempi duri e tutt’altro che confortevoli. Emerge la spinta di entrambi gli interlocutori a cercare e a esporre il senso di una cultura di elevato senso etico, mentre già all’esterno emergevano bagliori di fuoco e di guerra. Contro gli odi di quei tempi s’innalza potente il sentimento dei due straordinari interlocutori.

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Jacques Maritain - Opere

Tra l’altro sorprendono alcune considerazioni di stampo sociale, come ad es. le considerazioni di Maritain su alcuni testi relativi al “capolavoro delle corporazioni medievali” rispetto alle corporazioni che ad esempio nel 1937 Mussolini cercava di inserire nel circuito economico e politico internazionale quale pretesa “modernità” dell’Italia fascista. Nel dopoguerra idee e progetti (specie nel 1948), venute meno certe illusioni, appariranno ricchi di speranza e rinnovamento.

Tra un viaggio e l’altro, una nota e l’altra, Severini ha modo di manifestare i suoi punti di vista su tanti argomenti che vanno ben oltre il dato artistico, come nell’elaborazione del pensiero sociale, mentre in Maritain si distinguono momenti di grande trepidazione costruttiva. Siamo lieti di richiamare l’attenzione su questo importante scambio di idee giacché la lettura di questo libro aiuta a meglio comprendere fatidici momenti del Novecento, filtrati attraverso la luce e il calore delle due personalità eccezionali: pertanto dobbiamo essere grati a chi ha saputo raccogliere questa esemplare testimonianza di vita e di sentimenti in grado di offrire, a distanza di tempo, una singolare prova di quanto valga l’autentica cultura. Così a quel modo virtuoso di concepire la vita, lavoro e impegno individuale possono ispirarsi i lettori di oggi.