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La copertina del libro

Modigliani (Mondadori, 2012)

Una vita da film nella Grandeur parigina della pittura nel libro di Meryle Secrest su Modigliani.


venerdì 1 giugno 2012 di M. Elena Canzoni

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Meryle Secrest


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Molti ricorderanno ‘I Colori dell’anima-Modigliani’, film di Mick Davis (2004) ispirato all’ultimo periodo di vita del grande artista ma, solo i più attenti hanno saputo cogliere nel titolo italiano della pellicola, l’essenza stessa di uno dei protagonisti più sublimi, anomali e geniali dell’arte italiana e mondiale. Il titolo originale del film era semplicemente Modigliani, ma quell’aggiunta de ‘i colori dell’anima’ è stato come regalare una carezza sul cervello ai protagonisti dei suoi dipinti.

Molte pagine sono state scritte su Modì (così era chiamato) ma, in assoluto il libro più fedele che ripercorre la vita e le opere di Modigliani, è quello scaturito dalla penna della Secrest (che lo ritrae come in un’istantanea.

Bello e dissoluto, grande bevitore e implacabile tombeur de femmes, impetuoso e a tratti violento: sono alcuni dei cliché a cui si associa in genere la figura di Amedeo Modigliani, Una fama che ha dato adito a una vera e propria mitologia, alimentata da una generosa produzione di libri e film ispirati alla sua vita, spesso storicamente inattendibili. Un’ombra che si estende sulla sua personalità, oscurandone aspetti che si rivelano fondamentali per comprendere davvero l’originalità

delle sue opere. Meryle Secrest, colpita dalla potenza espressiva di alcuni suoi dipinti, in cui ognipennellata dà ’la sensazione di qualcosa di definitivo, quasi ineluttabile’ e rivela la presenza di una sensibilità complessa che il mito da solo non può spiegare, è andata alla ricerca di un Modigliani sottotraccia, per molti versi sconosciuto.

L’autrice ripercorre le tappe salienti della sua vita, descrivendo l’ambiente familiare d’origine, economicamente modesto ma colto e raffinato, gli anni di tirocinio a Livorno e Venezia, le suggestioni artistiche che più lo influenzarono (da Botticelli a Van Gogh, da Cézanne e Brancusi alle sculture primitive dell’Africa e dell’Oceania).

E, soprattutto, racconta di quell’evento che segnò per sempre la sua esistenza: la tubercolosi, contratta da adolescente e a causa della quale rischiò più volte di morire.

Quando Modì viene ricoverato in ospedale, dove muore sotto gli occhi degli amici e della straziata Jeanne, lei, con l’anima persa e svuotata del tutto, proprio in quel momento comincia a morire. Il libro termina con il ’piccolo’ Modigliani che veglia sulla propria tomba, e con la didascalia che Picasso, sul letto di morte, avrebbe pronunciato il nome del suo eterno rivale. 100000000000023F0000015CE44E95BF

 

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