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L’inverno di Monti. Il bisogno della politica - (Guerini e Associati, Milano, 2012)

MONTI DICTATOR nell’analisi di Giulio Sapelli

Monti rappresenta oggi “la morte dell’ideologia e, nello stesso tempo l’esponente del blocco politico-sociale italiano organicamente europeo”
venerdì 13 aprile 2012 di Carlo Vallauri

Argomenti: Attualità
Argomenti: Politica
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Sapelli Giulio


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Abbiamo appena finito di leggere un informato articolo di Giulio Sapelli sul “Corriere della Sera” concernente il Mali e le vicissitudini recenti di quell’area, alla quale – non dimentichiamolo – il presidente degli USA Kennedy, appena eletto, attribuì particolare attenzione nel quadro dei popoli africani in azione per la loro indipendenza, tanto da inviare in quelle terre un suo uomo di fiducia, Charles Eduards (che aveva partecipato alla campagna d’Italia). Il professore dell’ateneo milanese se fornisce adesso utili precisazioni sull’attuale evoluzione politica sul cuore di quel continente, non manca contemporaneamente di fare il punto su un altro paese a rischio, cioè l’Italia nel breve ma succoso e polemico libro L’inverno di Monti. Il bisogno della politica (Guerini e Associati, Milano, 2012).

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MALI

Premesso un richiamo alla comune tardività di Italia e Germania nella realizzazione dell’unificazione nazionale, con la conseguenza di un “debole consolidamento democratico” in entrambi i paesi, Sapelli esamina il rapporto, in entrambe le nazioni, tra crescita economica e intreccio tra nazione e internazionalizzazione, per soffermarsi quindi sugli elementi negativi che hanno bloccato la ripresa italiana nella prima Repubblica a seguito dei pesanti interventi stranieri contro la nostra economia (contro l’Olivetti prima, con la rapida fine dell’illusione nuclearista italiana, sino alle “privatizzazioni senza liberalizzazioni” dagli anni ’90, con la messa fuori gioco dell’industria chimica e siderurgica). Tale “spoliazione” del sistema industriale italiana è accompagnato, sul piano politico, dall’emersione di un “arcipelago” di interessi, caratteristica propria dell’esperienza berlusconiana che a quella posizione egemonica si richiama, mentre la Germania – compiuta la riunificazione – ha acquistato in Europa una centralità geo-strategica, con alti livelli di produttività.

Rammentate poi le vicende che hanno condotto alla imposizione di una unica moneta a tutti gli Stati europei, imponendo una “rete” controllata dalla banca centrale tedesca, si è giunti ad una coordinata politica di sottrazione di sovranità ai singoli paesi, consentendo così all’oligopolio finanziario mondiale di decidere sulle sorti di tutte le nazioni occidentali, con il risultato di colpire i sistemi interni più deboli, come quello italiano, che tra la sua macro rigidità monetaria e la microflessibilità dell’economia reale è stato sostanzialmente spodestato d’ogni autonomia. E a questo processo ha contribuito – sostiene Sapelli – non solo lo schieramento politico di destra ma anche quello prodiano, rappresentato dai ceti medi improduttivi e dalla media-borghesia parassitaria.

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Giulio Sapelli

Come si vede, si presenta un quadro realistico della crisi italiana, connessa con la privazione dell’autonomia dello Stato in quanto titolare della propria moneta, fase conclusiva della prova di insufficiente possibilità per l’Italia di svolgere un suo ruolo contro il fronte al “dominio tedesco”. La successiva “drammatizzazione” ha spinto il Presidente della Repubblica a lanciare la soluzione Monti, con conseguente scelta politica di austerità e rigore, in quanto il governo Berlusconi era portatore di un blocco sociale-politico disorganico all’egemonia tedesca. Una mediazione “necessaria” – aggiunge l’autore – che può consentire di “rinegoziare” la posizione finanziaria dell’Italia, dopo che “l’oligopolio finanziario mondiale” ha “perso la fiducia” sia in Berlusconi che in Prodi. Monti rappresenta oggi “la morte dell’ideologia e, nello stesso tempo l’esponente del blocco politico-sociale italiano organicamente europeo” grazie alle grandi banche, scuole internazionali e potenti società di consulenza. Ecco allora spiegato come Napolitano sia riuscito ad imporre una “sorta di dittatura” del tipo di quelle che venivano utilizzate dall’antica Roma per superare condizioni di debolezza e di crisi.

L’attuale situazione mondiale instabile ha così favorito la formazione di un governo, privo di legittimazione democratica, attraverso cui i “professori” hanno messo in atto la loro linea di politica economica. La dictator “costituzionale” – precisa Sapelli – strumento, mezzo, come in Roma repubblicana, a disposizione dei ceti oligarchici per preservare il loro potere “contro le pretese della politica”. Certo il prof. Monti non potrà accontentare tutti, ma il rifiuto di una soluzione politica ha provocato un aumento evidente della “sofferenza sociale” con l’emersione di una “crudeltà istituzionale” sino ad oggi inusitata: i soggetti umani percepiti come cavie e non come persone.

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Thomas Eliot

Ecco quindi spiegata la sostanza reale delle scelte politiche compiute. Siamo così pervenuti all’ “inverno” richiamato nel sottotitolo. Ed il conciso libro si chiude con la citazione di versi di “Eliot sul “vuoto” creato da capitani, uomini d’affari e governanti: “tace allora l’anima e scende l’oscurità”.

Come si è compreso, una lettura originale – ma non infondata interpretazione per molti aspetti sostanziali – sulle cause di quanto recentemente accaduto con una implicita valutazione critica della “prassi” nella quale è stato travolto il nostro sistema istituzionale: ecco il frutto di una “necessità”, il cui esito obiettivo appare avere una sua logica economico-finanziaria sino al punto da mettere a tacere qualsiasi posizione divergente. Ai lettori spetta appunto valutare e giudicare i fatti reali alla luce delle penetranti osservazioni dell’insigne economista, autore del libro.

 

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