La cosa più grave, comunque, è il sovraffollamento delle classi che, in una scuola di Perugia, ha raggiunto il numero di…37! Mi domando, da ex insegnante, come sia possibile in 60 minuti di lezione (spesso ridotti a 50), seguire, conoscere e comunicare con un numero così grande di studenti, specie se, come avviene per alcune materie, l’insegnante ha a disposizione una o due ore di lezione a settimana per ogni classe.
Naturalmente, vi sono altri problemi:
l’Italia è una delle nazioni europee con il più elevato tasso di dispersione scolastica d’Europa ed è sempre molto lontana dagli obiettivi Ue 2020. L’ultima rilevazione Istat (relativa al 2010) ci riferisce un 18,8 per cento di ragazzi - di età compresa fra i 18 e i 24 anni - che hanno abbandonato prematuramente gli studi. In Francia sono il 12,3 per cento e in Finlandia il 9,9.
Inoltre, i tagli agli organici delle scuole hanno penalizzato soprattutto gli insegnanti di sostegno che, secondo le nuove disposizioni, saranno sostituiti ”in futuro”,da docenti curriculari.
E che dire del caro scuola? I libri cambiano ogni anno e spesso le nuove edizioni contengono solo poche modifiche rispetto al testo originale, mentre il prezzo è in continua ascesa. Per non parlare del kit scolastico, dei mezzi di trasporto e di tutto il resto. Un vero salasso per le famiglie, già vessate dal rincaro incontrollato dei beni essenziali e costrette, il più delle volte, a ricorrere a prestiti indebitandosi ulteriormente.
Per quanto riguarda i quadri orario, c’è da sottolineare che negli Istituti Tecnici e in quelli professionali le ore di lezione sono state tagliate, senza modificare i programmi.
Le ultime novità per la scuola sono contenute infine dalla manovra economica varata lo scorso mese di luglio: ridimensionamento forzato per tutti i circoli didattici per istituti con meno di 500 alunni, 300 nelle piccole isole e nelle scuole di montagna. Come appare evidente, i problemi si moltiplicano di anno in anno, mentre aumentano le proteste di studenti, insegnanti e genitori che, purtroppo, non vengono mai ascoltate.
Nel frattempo, si tirano le somme dei tagli alla didattica: otto miliardi sono il prezzo che la scuola pubblica ha pagato finora per il risanamento dei conti dello Stato.
In compenso, sono stati elargiti contributi alle scuole private frequentate da chi può permettersi, certamente, di pagare rette altissime.